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La Rai ha fatto politica attraverso le sue orchestre sinfoniche. Politica nel senso aristotelico del termine, intesa come attività svolta per raggiungere un bene comune. L’educazione è sempre stata parte integrante di questo progetto, e la programmazione radiofonica, fin dagli anni Venti del Novecento, ha rivestito un ruolo determinante nella diffusione del repertorio colto. Questo volume si propone di indagare le strategie messe in atto dall’ente per favorire l’incontro tra la vecchia musica e il nuovo pubblico radiofonico: attraverso la rivisitazione moderna di grandi autori barocchi quali Antonio Vivaldi o Domenico Scarlatti, versioni ritmiche di testi stranieri spesso indispensabili per avvicinare repertori ignoti, l’alta divulgazione dei programmi di sala (le note illustrative firmate da Massimo Mila), giovani interpreti destinati a carriere luminose (Riccardo Muti, Claudio Abbado, Arturo Benedetti Michelangeli) ma anche nomi illustri dello scenario internazionale (Wilhelm Furtwängler, Igor Stravinskij, Herbert von Karajan). Al centro dell’indagine c’è l’impegno della Rai nella valorizzazione del repertorio contemporaneo: dai primi scambi di corrispondenza tra Bruno Maderna e Giulio Razzi fino alle recenti esperienze programmate nell’ambito di RAI NuovaMusica; senza dimenticare i rapporti proficui tra gli esponenti della Giovane Scuola e l’EIAR, alle origini di una stabile programmazione radiofonica. Sono questi i temi approfonditi dagli studiosi coinvolti nella stesura del volume, con l’intenzione di ripercorrere la storia di un ente che ha contribuito in maniera decisiva a costruire la cultura musicale degli italiani. Le ricerche sono state svolte in gran parte sui materiali d’archivio dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, elaborando i metadati del nuovo portale nato da una collaborazione tra l’Università degli Studi di Torino e Rai Teche (www.osn.teche.rai.it).
Andrea Malvano è laureato in Lettere Moderne presso l’Università di Torino e diplomato in pianoforte presso il Conservatorio di Genova. Ha conseguito un master in musicologia (D.E.A.) presso l’Université «Lumière» di Lyon. Nel 2007 ha conseguito il titolo di Dottore di ricerca in «Storia e critica delle culture e dei beni musicali» presso le università di Torino e Milano. Ha pubblicato due volumi nella collana edita da De Sono-Edt (Voci da lontano. Robert Schumann e l’arte della citazione, 2003; L’ascolto di Debussy. La recezione come strumento di analisi, 2009). È inoltre autore di una monografia su La mer (Albisani, 2009) e di un libro sugli arrangiamenti dell’Archivio Storico Rai (L’arte di arrangiar(si), Rai Eri – LIM, 2015). Giornalista pubblicista, ha scritto su «Amadeus», «Il Giornale della Musica», «Sistema Musica», «La Stampa». È coordinatore editoriale dell’Associazione De Sono, ricercatore presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Torino, dove insegna Storia della Musica. Tra il 2012 e il 2016 ha coordinato un progetto FIRB, finanziato dal MIUR, dedicato ai documenti musicali dell’Archivio Storico Rai.