ISBN | 978-88-6274-716-5 |
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Numero in collana | 07 |
Collana | '900 - Il Novecento / ISSN 2611-5425 |
Autore | Giovanni Cerchia |
Pagine | XII-362 |
Anno | 2017 |
In ristampa | Sì |
Descrizione | La memoria tradita |
«Le Quattro giornate furono senza alcun dubbio un’esperienza corale, drammatica, sanguinosissima – nel complesso, direttamente o indirettamente gli italiani uccisi furono più di 600 – e, al tempo stesso, assolutamente disordinata. È innegabile, infatti, che mancasse una vera e propria cabina di regia politica e militare in grado di unificare e coordinare i piani insurrezionali. Molti tra gli antifascisti più importanti erano stati arrestati o costretti alla fuga dalla repressione badogliana di fine agosto a Cappella de’ Cangiani; e quel vuoto non fu riempito dal Fronte Nazionale di Liberazione che, fondato a Napoli ai primi d’agosto, si sarebbe trasformato in Comitato di Liberazione Nazionale solo dopo la cacciata dei tedeschi. In breve, non ci fu un organismo collettivo, organizzato e riconosciuto da tutti, deputato a impartire l’ordine d’attacco o a dirigere le operazioni, come invece sarebbe accaduto per le grandi città del Nord nella primavera del 1945. Ma siamo soltanto nell’autunno del ’43, a poche settimane dall’armistizio, con partiti politici appena riemersi alla luce del sole, una cobelligeranza ancora tutta da dichiarare, bande di resistenti più sulla carta che schierate effettivamente in battaglia. Verrebbe da chiedersi in quale parte d’Italia sarebbe stato allora possibile realizzare un pieno e maturo dispiegamento della lotta armata partigiana. Perché pretenderlo da Napoli, afflitta dalla fame e dalle macerie come nessun’altra città della Penisola, resta un interrogativo storiografico di difficile soluzione».
Giovanni Cerchia è professore associato di Storia contemporanea presso l’Università degli Studi del Molise. Fa parte dei comitati scientifici delle fondazioni «Giorgio Amendola» (Torino), «Sudd» (Napoli), «CRS-Archivio Ingrao» (Roma). È inoltre membro del comitato d’indirizzo della fondazione «Maurizio Valenzi» (Napoli). Ha pubblicato monografie dedicate a protagonisti della storia politica del Novecento come Giorgio Amendola (Rubettino, 2004; Cerabona, 2009) e Gerardo Chiaromonte (Carocci, 2013), oltre a numerosi saggi sulle vicende politico-istituzionali italiane e sulla Seconda guerra mondiale.