La biblioteca del Cardinale Niccolò Ridolfi

Il cardinale Niccolò Ridolfi, nipote di Lorenzo il Magnifico, fu un protagonista della vita politica e culturale della prima metà del Cinquecento. Avverso alla signoria medicea, la sua dimora a Roma era un punto di riferimento per i fuoriusciti fiorentini, ma anche per una selezionata schiera di dotti greci e italiani. Raccolse una splendida biblioteca, ricca in particolare di codici greci, fra i quali molti di assoluto pregio artistico o testuale; in essa sono confluiti cospicui lotti di manoscritti di Giano Lascaris (del quale il Ridolfi fu allievo), di Niccolò Leoniceno, del cardinale Egidio da Viterbo, di Aristobulo Apostolis e altri ancora. In questo studio si pubblicano tutti gli inventari finora noti e si indagano, anche attraverso l’esame della quasi totalità dei codici identificati, la formazione e l’organizzazione di un tale patrimonio librario. Diviene così possibile seguire le vicende della biblioteca ridolfina dagli Anni Venti del Cinquecento alla morte del Cardinale (1550) e ancora – tramite i successivi passaggi nelle mani di Lorenzo, Ruberto e, in particolare, Piero Strozzi, poi di Caterina de’ Medici – fino all’approdo alla Bibliothèque nationale di Parigi, dove è tuttora conservata la maggior parte dei manoscritti. Due appendici raccolgono le prefazioni di opere dedicate al Ridolfi e una serie di documenti del e sul Cardinale, in parte inediti.