L’umiltà esaltata ovvero Ester regina

l Liber Esther biblico, in particolare a partire dal secolo XVII, ha offerto materia per molte opere letterarie, tra le quali va annoverata anche la tragedia quasi sconosciuta del poeta friulano Ciro di Pers (1599-1663), che qui viene data alle stampe per la prima volta dopo oltre tre secoli dalla prima edizione del 1664. I due saggi che accompagnano l’edizione offrono inoltre la possibilità di rileggere una parte almeno della fortuna letteraria dell’eroina ebrea nell’età barocca antecedente al Pers, connessa in particolare alla tragedia di Federico Della Valle e alla tragicommedia di Lope de Vega, rispetto alle quali quella del Pers assume una fisionomia propria. Nel quadro complessivo della letteratura del suo tempo, l’opera di Ciro di Pers rappresenta una riflessione morale, priva della gioiosità del poeta spagnolo, ma anche della cupezza del Della Valle, priva della fantasia inventrice, in qualche modo ‘esegetica’, e, forse per questo, mai salita alla ribalta della scena letteraria, ma che, a ben vedere, non è senza scarti e senza sorprese. Essa, inoltre, ci consegna un ritratto del Pers in cui viene rafforzata quella capacità di indagine etica che ha costituito l’elemento che ne ha permesso in qualche modo la riscoperta in tempi moderni; una moralità, la sua, conforme indubbiamente allo spirito del suo tempo, ma non tanto da impedire che qualche anello non tenesse, che tra le maglie di una fedeltà indiscussa all’ordine costituito si insinuasse il germe del dubbio.