L’ombra della Shoah
ISBN | 978-88-6274-384-6 |
---|---|
Numero in collana | 06 |
Collana | Quaderni della Memoria |
Autore | Simona Porro |
Pagine | XIV-174 |
Anno | 2012 |
In ristampa | No |
Descrizione | L’ombra della Shoah |
Nota bibliografica ● Introduzione ● L’ombra della Shoah ● PARTE I ● MAUS: A SURVIVOR’S TALE: 1. Le maschere animali ● a. Funny animals. ● b. La propaganda nazista. ● c. Mickey au camp de Gurs. ● d. La genesi di Maus. ● e. La contestualizzazione storica e sociale di Maus. ● f. Una deliberata forzatura della metafora animale. ● g. Il laboratorio artistico di Maus: la maschera topesca. ● h. Le altre maschere/etnie. ● 2. Maus: le radici del trauma ● a. La survivor’s syndrome. ● b. Una distorsione delle relazioni sociali e affettive: il prologo. ● c. Le survivor’s tales e la struttura. ● d. La maligna propagazione del trauma: livello grafico. ● e. Il trauma transgenerazionale sul piano narrativo. ● f. Il pianeta infernale del trauma. ● PARTE II ● IN THE SHADOW OF NO TOWERS: 1. La struttura del memoir: un diario al ralenti ● a. Sulla scena dell’attentato. ● b. Dalla pubblicazione seriale al memoir. ● c. Il tempo del trauma: il frontespizio. ● d. The Sky is Falling! ● e. Un trauma ‘politico’. ● 2: Old comics e Maus ● a. Gli old comics e la sfera privata del trauma. ● b. Gli old comics e la sfera pubblica del trauma. ● c. Un monito storico alla Nazione. ● d. Trauma su trauma: i legami con Maus. ● Indice dei nomi
L’opera di Art Spiegelman denota una concezione dolorosamente ‘continuativa’ della Shoah. Una deriva inarrestabile manifestata in primo luogo nell’alveo figurale di Maus. A Survivor’s Tale, ove la maligna costellazione di accadimenti risulta raffigurata unitamente alle sue ramificazioni traumatiche transgenerazionali: un doloroso legato mnestico trapunto di introiezioni negative, incubi, spettri e pervicaci ossessioni. La conformazione degenerativa dell’esperienza concentrazionaria emerge anche in In the Shadow of No Towers, dove la rappresentazione del trauma storico vissuto dall’artista l’11 settembre 2001 a Manhattan è non a caso punteggiata da riferimenti all’inconfondibile repertorio figurale di Maus. L’ombra lunga e cupa della Shoah pare imprimere il proprio marchio indelebile su entrambe le opere, configurandole come ricettacoli di un’esperienza traumatica pervicacemente inalveata in una catena di ricordi luttuosi che attraversa e unisce tre generazioni.
Simona Porro è dottore di ricerca in Letterature comparate. I suoi interessi di ricerca vertono sulla Letteratura ebraico-americana, le modalità letterarie di rappresentazione storica nel postmodernismo anglo-americano, i Trauma studies e la narrativa disegnata. Ha pubblicato contributi su E.L. Doctorow, Toni Morrison, Art Spiegelman e Anzia Yezierska. Collabora con la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Torino, dove ha insegnato Lingua e letteratura anglo-americana.