L’intrigo e l’avventura. Tra Ligurio e Orlando
ISBN | 88-7694-054-5 |
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Numero in collana | 08 |
Collana | Contributi e proposte ISSN 1720-4992 |
Autore | Paolo Baldan |
Pagine | XIV-176 |
Anno | 1990 |
In ristampa | No |
Descrizione | L’intrigo e l’avventura. Tra Ligurio e Orlando |
Premessa • Avvertenza bibliografica • La presenza di Svetonio nel Machiavelli maggiore • Sulla vera natura della Mandragola e dei suoi personaggi • In margine a un dibattito sulla Mandragola • Machiavelli tradito per un detto perduto • Titoli legittimi, adottivi e naturali (una compresenza nella Mandragola) • Marfisa: nasci-ta e carriera di una regina amazzone • Un Furioso illustrato «in famiglia» • Parte seconda (Interventi critici, schede e recensioni): Il punto sui Cantari • Medioevo e teatro (il filone francescano) • Il sommerso sempre meno sommesso • Un’edizione del teatro machiavelliano • Un tempestivo continuatore del Boiardo (su Nicolò degli Agostini) • Sul Berni rifacitore dell’Innamorato • Rabelais e la cultura popolare • Effettiva recitazione e scrittura nella Fiera del Buonarroti • Colpo d’occhio sulla «Miscellanea Folena» • Indice dei nomi
Gli scenari evocati dal teatro machiavelliano sono quanto mai lontani da quelli che esibisce la tradizione cavalleresca (se si escludono, subito a monte, sapide zone franche d’incontro propiziate da un Pulci). Così la positività dell’intrigo di cui si fa portavoce, forte della sua piena autonomia, la Mandragola, costituisce proprio l’opposto di quella assoluta archetipica pravità che grava sulle mene di Gano e della schiatta maganzese. Ma il credulo e quasi scimunito Carlo di molto trito tramandate canterino non è simile allo stolido Nicia, entrambi peraltro detentori di un potere assoluto (l’uno nell’ambito pubblico, l’altro in quello tutto privato della famiglia)? E Gano sa trasformarsi in Ligurio quando un potere privo di carisma e irrigidito nella meschinità non sarà più suscettibile di riscatto o di catartiche resipiscenze, così da rendere legittimo e morale un “tradimento” che, in tanta squallida e schematica quotidianità, diventa l’unica affascinante e persino disinteressata avventura: quella della mente. Tutto ciò ambientato in un mondo fisico e mentale che prevede più gli spazi collettivi in cui si muove lo spettatore che quelli individualistici in cui si apparta il lettore.