Itinerari del petrarchismo latino
ISBN | 978-88-6274-434-8 |
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Numero in collana | 02 |
Collana | Collana della Scuola di Dottorato in Culture Classiche e Moderne - Studi |
Autore | Romana Brovia |
Pagine | XII-312 |
Anno | 2013 |
In ristampa | No |
Descrizione | Itinerari del petrarchismo latino |
PREMESSA • ABBREVIAZIONI • 1. LA TRADIZIONE • 2: La tradizione a stampa • 3: LA RICEZIONE • BIBLIOGRAFIA • INDICI
Il De remediis utriusque fortune, generalmente considerato la più medievale delle opere petrarchesche, è di certo fra le latine quella che ebbe la più vasta e multiforme posterità. Fin dagli anni ‘60 del Trecento circolò diffusamente in Europa, specialmente in Francia, assumendo con l’andare dei decenni forme e significati differenti a seconda degli ambienti di ricezione. Nel 1378 Carlo V di Valois ne commissionò il primo volgarizzamento, attraverso il quale il trattato, noto prima d’allora soprattutto in ambito monastico e presso i circoli umanistici delle cancellerie parigina e avignonese, divenne patrimonio condiviso della cultura di corte e speculum principis. Nelle varie forme della sua riscrittura (abrégés, compilazioni, raccolte di sentenze) raggiunse le scuole e gli ambienti più innovativi della chiesa (Devotio moderna), per generare filiere di tradizione indipendenti dal testo originale. Con l’avvento della stampa furono infatti queste forme derivate a prevalere, uscendo dai torchi vari decenni prima dell’opera in latino (Parigi 1546). Così non di rado, lungo la via della continua riscrivibilità e attraverso fasi successive di concentrazione del testo, i dialoghi filosofici del De remediis si trasformarono in aforismi e i cicli delle loro illustrazioni in emblemi. Il cospicuo patrimonio di esempi, citazioni e ragionamenti raccolti da Petrarca in questa enciclopedia delle umane esperienze, trasmessi anche per il suo tramite alla cultura francese, diedero i loro frutti migliori nella letteratura dei secoli XV e XVI, entro i generi più svariati – dall’oratoria all’epistolografia, dalla produzione didascalica alla novella, al teatro – e presso gli autori di maggior rilievo – Jean de Montreuil e Jean Gerson, Nicholas de Clamanges e Christine de Pizan, Symphorien Champier e Guillaume Budé – fin’oltre le soglie della modernità.
Romana Brovia si è laureata in Lettere moderne all’Università degli Studi di Torino. Ha conseguito il dottorato in Letterature comparate nel medesimo ateneo e svolto attività di ricerca e di insegnamento presso l’Université Paris-Sorbonne. È membro dell’Équipe de Littérature et Culture Italienne de l’Université Paris-Sorbonne e collabora con diverse riviste italiane e straniere, nell’ambito degli studi petrarcheschi e della letteratura europea umanistica e rinascimentale.