Incontri italo-serbi fra Ottocento e Novecento
ISBN | 978-88-6274-408-9 |
---|---|
Numero in collana | 12 |
Collana | Slavica / ISSN 2611-5409 |
Autore | Ljiljana Banjanin |
Pagine | 216 |
Anno | 2012 |
In ristampa | No |
Descrizione | Incontri italo-serbi fra Ottocento e Novecento |
Premessa • I – Rapporti/contatti, personaggi/mediatori: I primi consoli del Regno sardo a Belgrado: Marcello Cerruti e Francesco Fortunato Astengo • Volontari italiani nella guerra serbo-turca del 1876 • Un giornale serbo del primo Novecento: il “Pijemont” • Umberta Griffini: una mediatrice tra due culture • Le traduzioni italiane della poesia di Vojislav Ilić • Temi italiani nella rivista belgradese “Domaćica”(1879-1914) • II – L’Italia dei viaggiatori serbi: L’Italia dei viaggiatori serbi da Dositej Obradović a Marko Car • Petar Petrović Njegoš e Ljubomir Nenadović: un incontro italiano • Una viaggiatrice serba nell’Italia dell’Ottocento: Jelisaveta Trifković • L’Italia in alcuni periodici belgradesi (1894-1914) • L’Italia di Ben Akiba • La Lettera dall’Italia di Jovan Dučić • III – Lo stereotipo letterario: L’immagine dell’italiano e dell’italiana nel Romanticismo serbo • L’italiano in due romanzi umoristici del realismo serbo: Vukadin di Stevan Sremac e Hajduci di Branislav Nušić • Nota bibliografica • Bibliografia • Indice dei nomi
Instancabili pellegrini, studenti, commercianti e viaggiatori, gli slavi meridionali dal Medioevo cominciarono a visitare le terre italiane, lasciandone testimonianza scritta in forma di diario, lettera, memoria e in testi che solo più tardi, verso la metà dell’Ottocento, avrebbero dato forte impulso alla creazione del genere odeporico. Rapporti, contatti, stereotipi: partendo da queste suggestioni di lettura, i saggi che danno vita alla raccolta, nel ripercorrere le forme e le modalità delle occasioni d’incontro fra i due paesi nel corso dell’Ottocento, insistono sulla presenza dell’Italia nella realtà e nella cultura serba. Attraverso l’immagine della penisola quale meta di viaggio tra le più attrattive, icona ricorrente in tutti i periodi della letteratura serba, fonte d’ispirazione per più autori e documentata in testi di vario genere (dai più semplici appunti e reportage all’articolo di giornale e all’autobiografia, dal taccuino di ricordi alle impressioni personali), il volume si libra sul sottile margine che segna l’incontro-scontro tra culture geograficamente vicine e al tempo stesso diverse e mutevoli nei loro tratti precipui.
Ljiljana Banjanin insegna Lingua e Letteratura serba e croata presso l’Università di Torino. I suoi settori di ricerca sono gli aspetti culturali e letterari delle relazioni e dei rapporti italiani con il mondo serbo-croato in età moderna, la comparatistica letteraria e la letteratura serba contemporanea, i temi di viaggio, la serbo-croatistica italiana con una particolare attenzione all’insegnamento della lingua serbo-croata presso le università italiane. Partecipa attivamente a convegni nazionali e internazionali, collabora con numerose riviste e ha pubblicato oltre ottanta articoli, saggi e recensioni.