ISBN | 978-88-3613-456-4 |
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Numero in collana | 13 |
Sottocategoria | Storia moderna |
Collana | Forme e percorsi della storia / ISSN 2612-5587 |
Autore | Jean-Clément Martin |
Pagine | 144 |
Anno | 2024 |
In ristampa | No |
Il «terrore» è una nozione suggerita dalla storia francese, abbondantemente declinata nel mondo: terrore rosso, terrore nazista, terrore islamico... mentre gli storici non riescono ad accordarsi sulla natura di quest’episodio della Rivoluzione francese. Se si ammette che il Terrore finisca il 10 Termidoro dell’anno II (28 luglio 1794), con l’esecuzione di Robespierre, una moltitudine di domande resta in sospeso. Quando è veramente cominciato? Chi ha utilizzato il termine, e a quale scopo? Bisogna scriverlo con la maiuscola? È il prodotto di una politica o la conseguenza del vuoto del potere? È stato inventato per squalificare Robespierre, se non addirittura tutto l’operato della Rivoluzione? È stato un episodio più mortifero delle crisi contemporanee, in Europa e in America? Più di duecento anni dopo i fatti, è tempo di separare verità e leggenda, per capire meglio ciò che fu la Rivoluzione francese.
Jean-Clément Martin è Professore emerito dell’Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne, dove è stato titolare della cattedra di Histoire de la Révolution française. Ha inoltre diretto l’Institut d’Histoire de la Révolution française presso la stessa Sorbonne. Tra i maggiori storici viventi della Rivoluzione e della Controrivoluzione, è autore di numerosi libri e saggi dedicati sia all’una sia all’altra, tra cui, tradotti in italiano, I Bianchi e i Blu. Realtà e mito della Vandea nella Francia rivoluzionaria (Torino 1989); Robespierre (Roma 2018) e, per i nostri tipi, I Vandeani (2022).