ISBN | 978-88-3613-525-7 |
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Numero in collana | 05 |
Sottocategoria | Letteratura italiana |
Collana | Alfieriana / ISSN 2611-531X |
Autore | Bartolo Anglani |
Pagine | XXII-158 |
Anno | 2024 |
In ristampa | No |
Per fare l’esempio di come l’amore di due persone che si amano non sia mai lo stesso per entrambe, Stendhal in De l’Amour citò la passione di Alfieri per Lady Ligonier, «che faceva l’amore anche con il suo lacchè e, con grande senso dell’umorismo, si firmava “Penelope”». Durante il suo secondo viaggio in Inghilterra (1771), Vittorio Alfieri fu protagonista di una storia di passione e di scandalo per la relazione con Penelope Pitt, consorte del Visconte Edward Ligonier. Il fatto che una donna dai costumi così liberi e spregiudicati, che negli stessi giorni in cui tradiva il marito con il giovane Conte italiano tradiva entrambi con lo stalliere di casa Ligonier, portasse il nome simbolo della fedeltà coniugale, è uno dei tanti aspetti paradossali e ironici di una storia che appassionò l’opinione pubblica inglese in un’epoca in cui gli scandali sessuali dell’aristocrazia londinese erano oggetto di cronaca e di satira da parte della pubblicistica inglese. Questa storia era nota agli italiani prevalentemente attraverso ciò che lo stesso Alfieri ne aveva detto nella Vita: ora questa ricerca, condotta sulla stampa dell’epoca, fa conoscere in che modo i lettori inglesi ne furono informati, non solo con gli articoli dei quotidiani e dei periodici ma anche con interventi satirici in prosa e in poesia e con i verbali del processo per adulterio che il marito tradito avviò contro gli adulteri. Un grande pettegolezzo di massa, che poteva dispiegarsi in tutta la sua violenza solo in una nazione come in Inghilterra, dove la stampa era libera e toccava senza censure le vicende private degli aristocratici e della stessa famiglia del re Giorgio III.
Bartolo Anglani è stato docente di Letterature Comparate all’Università di Bari e visiting professor di Letteratura Italiana in università francesi e americane. Ha pubblicato libri e saggi sulla letteratura e sulla cultura europea del Settecento (Goldoni, Parini, Rousseau, Diderot, Baretti, Ortes, Gaspare e Carlo Gozzi, Gorani e altri) e dell’Ottocento e del primo Novecento (Gramsci, Stendhal, Verga e Flaubert, Gadda), e sulla teoria e sulla storia dell’autobiografia. Di recente ha pubblicato, per «Le Lettere» di Firenze, L’altro Rousseau. La memoria, l’impostura, l’oblio.