Il laberinto della verità

Ferrante Pallavicino, Girolamo Brusoni, Francesco Pona, Giovan Francesco Loredan: quattro autori che condivisero l'esperienza veneziana dell'Accademia degli Incogniti, una delle più attive fabbriche del romanzo secentesco; quattro rappresentanti della letteratura libertina, accomunati anche dalla condanna all'Indice che, con poche esclusioni, colpì le loro opere. Questo volume ne analizza, tentandone una definizione, la comune ispirazione letteraria e ideologica, evidenziando la ricorrenza di temi e posizioni critiche: dal rapporto conflittuale con il potere, sia esso quello del Principe o della corrotta Chiesa di Roma, a quello con il proprio pubblico; dalla pittura di luoghi utopici, tutti ugualmente retti dalla tendenza a una ricreazione geometrizzante che dia misura e simmetria al disordine del mondo, all'utilizzazione del romanzo come nuovo genere in cui potevano fondersi miti e testi sacri, racconti fantastici e inserzioni di eventi del presente storico. Quattro libertini; se libertino è, secondo una sfumata e pur felice definizione, "né un ugonotto né un ateo né un cattolico né un eretico, ma una certa mescolanza di tutte queste qualità; il fondamento è cattolico e a esso si sovrappongono colori bizzarri e cangianti a seconda degli umori, dei discorsi, delle compagnie, degli argomenti".