Il celebre e raro «Trattato de’ tre impostori» (1798)
ISBN | 88-7694-238-6 |
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Numero in collana | 02 |
Collana | Forme e percorsi della storia / ISSN 2612-5587 |
Autore | Luciano Guerci |
Pagine | 84 |
Anno | 1996 |
In ristampa | No |
Descrizione | Il celebre e raro «Trattato de’ tre impostori» (1798) |
In quel gran laboratorio di idee e di esperienze che fu Milano “democratizzata” del 1796-99, un gruppo di patrioti cercò di legare la “rigenerazione” politica ad una “rigenerazione” imperniata su un radicalismo anticristiano nel cui ambito s’intrecciavano deismo e ateismo. Così, per la prima volta furono tradotte in Italia opere uscite dall’empia officina del barone d’Holbach e altre opere improntate all’ateismo e la materialismo. Fu una campagna martellante che non ha riscontro in alcuna altra parte della Penisola, e che fu animata da uno strenuo impegno pedagogico volto a rompere i ponti con un’educazione religiosa considerata causa di superstizioni funeste, di paure immotivate, di comportamenti aberranti. Perché contribuisse a dissipare le “tenebre” fu promossa la prima versione italiana del “Traité des trois imposteurs”, un classico dell’incredulità che, apparso nel 1719, era stato rimesso in circolazione nel 1768. Tale versione, risalente al 1798, era finora rimasta sconosciuta. Viene qui ripubblicata, a distanza di quasi due secoli, con una introduzione che la colloca nel contesto di speranze, di attese, di utopie da cui esse riceve spessore e significato.