Gli edifici arcaici del Santuario delle divinità Ctonie di Agrigento
ISBN | 978-88-7694-537-7 |
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Numero in collana | 02 |
Collana | Mnème. Documenti, culture, storia del Mediterraneo e dell'Oriente Antico / ISSN 2611-5247 |
Autore | Carlo Zoppi |
Pagine | 168, 125 ill. in bianco e nero in 76 tavv. F.t. |
Anno | 2001 |
In ristampa | No |
Descrizione | Gli edifici arcaici del Santuario delle divinità Ctonie di Agrigento |
Il santuario delle divinità ctonie di Agrigento, dopo la pubblicazione, avvenuta nel 1933, delle ricerche effettuate da Pirro Marconi, non è più stato esaminato nel suo complesso. Gli edifici situati a nord del tempio dei Dioscuri, i due cosiddetti recinti e i tre tempietti, malgrado le singolari caratteristiche planimetriche di alcuni di essi sono da allora stati considerati tra le più significative testimonianze dell'architettura arcaica siceliota. Lo studio degli edifici del santuario, così come dei numerosi altari situati al loro interno o nelle loro immediate adiacenze, è oggi possibile principalmente attraverso l'esame delle strutture superstiti, a causa dell'esplorazione dell'area pressochè integrale effettuata da Marconi e dall'esiguità della documentazione storiografica in tale occasione raccolta. Edifici e altari, tutti realizzati in blocchi lapiedei, sono conservati a livello di fondazioni e, talora, nel primo filare di elevato. L'analisi delle caratteristiche di natura tecnica osservabili ha permesso distabilire che i vani orientali di entrambi i cosiddetti recinti sono stati aggiunti in una seconda fase costruttiva, mentre interventi di ristrutturazione sono riscontrabili nei vani centrali dei due edifici e in alcuni degli altari della zona settentrionale del santuario. A una seconda fase costruttiva, caratterizzata dal frequente ricorso a elementi di reimpiego, da una tecnica poco accurata e da una sopraelevazione dei piani di calpestio appartengono anche i tempietti 2 e 3. Tali caratteristiche sono state in precedenza riscontrate anche in altri santuari agrigentini, sempre connesse a interventi di ristrutturazione databili tra la conquista cartaginese della città nel 406 a.C. e la rifondazione timoleontea. Gli edifici della fase arcaica del santuario, così come il tempietto di Porta V, databili nella seconda metà del VI secolo, presentano invece una tecnica costruttiva assai accurata la quale trova confronti e precedenti non nella madrepatria Gela o nella Agrigento di prima generazione ma nella vicina Selinunte, Il tempietto a sud est dell'Olympieion, anch'esso databile alla seconda metà del VI secolo, è stato invece ristrutturato nel pronao e nella zona a esso antistante in età timoleontea.
Carlo Zoppi è ricercatore in Archeologia classica presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università del Piemonte Orientale.