Giulio Ieni (1943-2003)
ISBN | 978-88-6274-575-8 |
---|---|
Numero in collana | 147 |
Collana | Fuori Collana |
Curatore | Chiara Devoti, Antonella Perin, Carla Solarino, Carla Enrica Spantigati |
Pagine | 400 |
Anno | 2015 |
In ristampa | No |
Descrizione | Giulio Ieni (1943-2003) |
Il volume miscellaneo, ripartito in quattro sezioni, offre uno spaccato – si spera non banale, ma certo amichevolmente memore – dell’amplissima produzione scientifica di Giulio Ieni, in una sorta di prima guida alla consultazione della ricca documentazione che, con spontanea e accorta disponibilità, il fratello ha legato alla Biblioteca Civica di Alessandria. I curatori, parte del comitato scientifico dello stesso Fondo Giulio Ieni, si sono fatti (forse indegni, ma spronati dall’affetto) latori della sua eredità culturale, con il prezioso appoggio di una folta schiera di amici, che ha voluto, con alcuni brevi contributi, onorare la sua memoria, tracciando un profilo vivo e umanissimo di un ricercatore di eccezionale competenza e di riconosciuta autorevolezza, anche sul piano internazionale. Venti testimonianze di lavoro comune si affiancano così alla riedizione di alcuni suoi testi, non sempre di facile reperimento, ma citatissimi, e una ridotta serie di “saggi d’occasione”, di piccoli xenia, che vanno a fare da corollario alla ricostruzione della sua estrema varietà di interessi, testimoniata dal regesto completo degli scritti, vero palinsesto per l’interpretazione della sua biblioteca e del suo archivio, degni, nella loro completezza e versatilità, di un vero “gentiluomo delle scienze e delle arti”.
Giulio Ieni (Burgas, Bulgaria, 17 giugno 1943 – Alessandria, 3 ottobre 2003), per lunghi anni docente di discipline storiche per l’Architettura presso il Politecnico di Torino, è stato per chi l’abbia conosciuto, anche solo brevemente, un vero Maestro, di cultura come di umanità. Straordinariamente colto, fine linguista, critico severo, ma al tempo stesso curiosissimo e dotato di un finissimo senso dell’umorismo, ha saputo costruire attorno all’insegnamento di Storia dell’Architettura 1 (storia dell’architettura moderna) e poi a quello di Storia dell’Architettura 2 (storia dell’architettura medievale) una vera e propria scuola. Sin dagli studi intrapresi presso il Politecnico di Torino, e per evidenti ragioni familiari, egli coniuga una eccezionale apertura verso il mondo bizantino e balcanico con lo studio rigoroso, e per molti versi precursore, dell’architettura medievale e moderna in Piemonte come più in generale nel nord d’Italia. Restano quali capisaldi critici i suoi lavori sul complesso di Bosco Marengo, sul sistema dei palazzi a Casale Monferrato, e sulla figura di Francesco Ottavio Magnocavalli.