Favole antiche
ISBN | 88-7694-479-6 |
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Numero in collana | 51 |
Collana | Contributi e proposte ISSN 1720-4992 |
Autore | Giovanni Bàrberi Squarotti |
Pagine | 156 |
Anno | 2000 |
In ristampa | No |
Descrizione | Favole antiche |
Premessa • 1. Da Bacco a Orfeo. Vino, uva ed ebbrezza nella letteratura dell’età laurenziana • 2. Il sogno dell’antagonista • 3. Le armi e i capitani: i cataloghi degli eserciti nella Gerusalemme liberata • 4. Sulla mitologia. Monti e Leopardi • 5. L’aedo degli schiavi: Esiodo e Pascoli • 6. Dentro il sileno. Miti classici e simboli cristiani nei Poemi conviviali • 7. Ritorno all'Ellade mito e ideologia nella Laus vitae • Bibliografia • Indice delle abbreviazioni • Indice dei nomi • Indice dei personaggi mitologici, biblici e letterari
Con i sette studi che lo costituiscono Favole antiche delinea un percorso per sondaggi sulle vicende del classicismo italiano, dall’età laurenziana ai restauri decadenti di Pascoli e D’Annunzio, passando attraverso il progetto epico tassiano e il dibattito sulla mitologia fra Monti e Leopardi. Punto di partenza è la ricerca delle fonti e dei modelli che sono a fondamento del testo. Ma più in generale l’intenzione è di leggere l’opera, il movimento o la stagione letteraria nella continuità della tradizione plurisecolare di cui sono figli. Ragioni e strategie del classicismo e dell’ineludibile rapporto con gli antichi emergono applicando ad autori o a periodi particolarmente significativi (l’umanesimo fiorentino, il neoclassicismo, il decadentismo) metodi diversi, dalla filologia delle fonti all’indagine tematica o allo studio dei topoi: nel primo capitolo, per esempio, il motivo dell’ebbrezza dionisiaca è chiave di lettura per una poesia che si pone nel segno del platonismo ficiniano, mentre nel secondo si segue il tema del sogno su un asse che collega Virgilio e Manzoni. Quel che più è evidente è che nell’àmbito di un’egemone poetica imitativa, il rapporto con il paradigma classico è il luogo dove per lo più si produce e si rivela un’idea della letteratura. Oggetto dello studio, nella sostanza, sono i modi con cui l’archetipo è recepito, e la concezione di poesia che interviene, ben al di là del semplice contatto testuale, nella ricezione del testo antico e nella sua implicita revisione.
Giovanni Barberi Squarotti (Torino 1967), borsista presso l’Università della Calabria, ha scritto su Euripide (La «rete mortale»: caccia e cacciatore nelle tragedie di Euripide, Caltanissetta-Roma 1993), curando inoltre una traduzione con commento delle Baccanti (Soveria Mannelli 1999). È autore di studi sul classicismo nella letteratura italiana e di saggi su Petrarca, Poliziano, Luca e Luigi Pulci, Tasso, Fogazzaro. Recentemente ha pubblicato un volume sui temi e sulle metafore di ispirazione venatoria nella letteratura italiana («Selvaggia dilettanza». La caccia nella letteratura italiana dalle origini a Marino, Venezia 2000).