Écho táraxas
ISBN | 978-88-7694-969-2 |
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Numero in collana | 23 |
Collana | Hellenica / ISSN 1825-3490 |
Autore | Sergio Aprosio |
Pagine | VIII-136 |
Anno | 2007 |
In ristampa | Sì |
Descrizione | Écho táraxas |
Un’attenta indagine insegue, lungo i secoli della lingua e della letteratura greca, le peculiari ragioni espressive di un costrutto che in origine non può essere considerato quale semplice perifrasi equivalente alla forma sintetica, poiché nasce in risposta a una precisa esigenza funzionale: l’ampliamento della gamma semantica del perfetto. Dopo aver raggiunto, con Sofocle ed Erodoto, l’apice della propria strutturazione nel sistema verbale della lingua letteraria, l’uso entra in una fase di decadenza, pur continuando in tarde attestazioni di fedeltà ai modelli del purismo atticistico, per quel gusto mimetico che, accanto a forti spinte innovative, è congenito alla produzione ellenica.
Sergio Aprosio, laureato in Lettere classiche presso l’Università di Genova (1949), è autore di numerose pubblicazioni che spaziano dalla glottologia alla dialettologia ligure (Vocabolario ligure storico-bibliografico. Sec. X-XX, I-IV, Savona 2001-2003), agli scritti scientifici latini del XVI secolo (Leonardo, Galilei e il caso Baldi, insieme con A. Becchi, Venezia 2004). In ambito antichistico si è occupato, tra l’altro, di orazioni giudiziarie e politiche di Demostene (Contro Lacrito, insieme con U. Albini, Venezia 19922; Filippiche. Olintiache, Milano 1993).