Dalle «Rime» all'«Abele»
ISBN | 978-88-6274-090-6 |
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Numero in collana | 71 |
Collana | Contributi e proposte ISSN 1720-4992 |
Autore | Clara Leri |
Pagine | 136 |
Anno | 2008 |
In ristampa | No |
Descrizione | Dalle «Rime» all'«Abele» |
Premessa • I. «All’orlo della vita». Il tempo nelle Rime di Vittorio Alfieri • II. Tra inferno e malinconia • II. 1 La sinfonia diabolica. Atto primo • II. 2 Il tragico nell’idillio. Atto secondo • II. 3 Il notturno di Caino. Atto terzo • III. Come una fuga. Dal tradimento al fratricidio • III. 1 «Un Paradiso in terra». Atto quarto • III. 2 La solitudine di Caino. Atto quinto • Verso la fine
Il volume, a cominciare dal titolo, suggerisce un rapporto, finora poco indagato, tra la scrittura lirica alfieriana e la “tramelogedia sola”, connesse non solo dagli aspetti plurimi di un ampio spettro tematico – il sentimento del tempo, il doppio, la malinconia – ma anche da costanti espressive, stilemi, assetti ritmici che si dispongono lungo un tracciato mobile di equilibri provvisori, di varianti, di riscritture. Già applicato alle Rime, ma non all’Abele, lo scandaglio diacronico rivela anche nel secondo caso la sua ricchezza di implicazioni esegetiche. Così, mentre il volume si apre con pagine che studiano le Rime nell’intreccio di temporalità interiore e situazioni esistenziali, commentate dall’io lirico con fedeltà assoluta alla prospettiva autobiografica della Vita, nel secondo e nel terzo capitolo si ricostruisce la dinamica interna, la storia dell’Abele che moltiplica e, in un certo senso, stratifica registri diversi, da quello lirico a quello tragico, non senza incursioni nel dramma pastorale e nella “cantata epica”. Ciò che mostra il divenire dell’esperimento alfieriano è la problematica individualità di un’opera “mista” che si costruisce attraverso il difficilae “innesto” di melopea e tragedia, nella sua esecuzione lentissima di oltre quindici anni, da seguire con paziente scrutinio analitico. Dall’Idea alla Stesura, sino alla Versificazione, con le sue varianti se non con le sue diverse fasi interne, il diagramma redazionale rivela un’esperienza sempre più originale del sublime biblico che accende di chiaroscuri metafisici l’intervento tra “lampi” e “tuoni” della “Voce d’Iddio” sullo sfondo della morte di Abele e della fuga di Caino, declinate come il paradigma terribile e primitivo del tragico familiare alfieriano.
Clara Leri nata a Castelnovo nè Monti (Reggio Emilia), è professore associato di Letteratura italiana nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino. Nel 1994 ha ricevuto, dall’Accademia dei Lincei, il premio Borgia per la critica letteraria. Tra le sue pubblicazioni: Oscura prosa rimata. Studi sugli “Inni Sacri” manzoniani, Pisa, Pacini, 1989; Sull’arpa a dieci corde. Traduzioni letterarie dei Salmi (1641-1780), Firenze, Olschki, 1994; Manzoni e la “littérature universelle”, Milano, Centro Nazionale Studi Manzoniani, 2002.