ISBN | 978-88-3613-571-4 |
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Numero in collana | 06 |
Sottocategoria | Glottologia |
Collana | Nec iners. Collana della Società Alessandrina di Italianistica ISSN 1825-3490 |
Autore | Ilaria Remotti |
Pagine | VI-86 |
Anno | 2025 |
In ristampa | No |
Dalla Grecia dell’età classica fino alla Spagna cattolica del XVIII secolo, Ipsipile e le sue complicate vicissitudini accendono la curiosità degli autori teatrali. Va riconosciuto a Euripide il merito di aver sintetizzato per primo le varie versioni del mito in una tragedia compiuta. Questa intuizione viene ripresa da Metastasio, che, pur non potendo accedere direttamente all’opera euripidea, coglie le potenzialità dell’eroina e la rende protagonista del suo secondo libretto viennese.
Il presente saggio si propone di analizzare la figura di Ipsipile fin dalle prime apparizioni nel corpus, e di ricercarne le caratteristiche che l’hanno resa adatta al teatro. Dopo una rassegna delle fonti, si prende in considerazione la presenza del personaggio nel teatro tragico greco, con particolare attenzione al frammento di Euripide, e si esaminano successivamente gli autori classici ed ellenistici che Metastasio stesso cita come sue fonti principali, per delineare poi una panoramica sulle basi teoriche su cui si fonda la macchina drammaturgica dell’autore, con un focus sul libretto dell’Issipile e il suo legame con i classici. Il saggio si conclude con uno sguardo alla fortuna dell’opera in Spagna, a ulteriore dimostrazione dell’attitudine del mito ad adattarsi alla trasposizione teatrale.
Ilaria Remotti (Alessandria, 2000) è laureata in Filologia e Scienze dell’antichità all’Università di Genova. Ora prosegue la sua formazione con un master in Etica e Intelligenza artificiale all’Università di Torino. Partecipa inoltre al Contamination Lab dell’Università di Genova.