«Corpus» delle «defixiones» di Selinunte

Testi “alternativi” quant’altri mai, le maledizioni (definixiones) hanno sempre attirato l’attenzione di antropologi e studiosi di magia antica, mentre solo di recente ne è stato messo in luce il valore documentale per gli studi linguistici: ben lungi dall’attestare esclusivamente una lingua sgrammaticata, le definixiones offrono — in quanto specchio di una pratica socialemente trasversale quale appunto la magia nera — una vasta gamma di realizzazioni linguistiche, che dal semplice elenco di antroponimi giungono via via fino a strutture molto articolate, nelle quali si incrociano creazioni individuali e formule di un patrimonio più o meno antico e tradizionale. Questa aggiornata edizione del corpus delle definixiones di Selinunte, tra i più rilevanti per l’antichità e il numero delle testimonianze, non solo torna sui testi già noti, offrendone nuove letture e interpretazioni, ma presenta anche nove laminette inedite “riscoperte” nei magazzini del Museo Archeologico Regionale «A. Salinas» di Palermo. Il valore storico di questi reperti è grande, soprattutto in considerazione della peculiarità della vicenda selinuntina. Vera enclave greca in uno spicchio di Sicilia conteso da Elimi e Cartaginesi, Selinunte conobbe infatti un’evoluzione storica e sociale molto diversa da quella delle altre colonie siceliote: proprio su tale complessa realtà le definixiones contribuiscono a far luce, testimoniando, con i loro numerosi successi antroponimi anellenici, il ruolo attivo che i non greci ebbero nella vita della città.