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Introduzione ● I. Dati biografici ● II. La tradizione manoscritta ● III. La poesia ● IV. Nota al testo ● V. Tavola di concordanza ● Cantigas de amor ● Cantigas de amigo ● Cantigas de escarnio e maldizer ● Tenzoni ● Rimario ● Glossario selettivo ● Bibliografia ● Indice
Pero Garcia Burgalés, trovatore galego-portoghese originario di Burgos (1230-1270 ca.), è autore di 53 cantigas, suddivise nei tre generi canonici del sistema lirico peninsulare. Raffinato cantore dell’amor fino nella sua versione più manierata nelle cantigas de amor, beffardo e sferzante nelle poesie d’ispirazione satirica e nelle due tenzoni, il Burgalés incarna alla perfezione i connotati più riconoscibili della scuola trobadorica dell’occidente iberico. Pero Garcia è poeta che non rinuncia alla sperimentazione tecnica – fino a costruire architetture formali degne di un vero magister tropatorum (assimilabile, perché no, al rhétoriqueur per eccellenza della lirica trobadorica, Giraut de Bornelh) – ma che, allo stesso tempo, sa introdurre innovazioni di un certo peso nell’esausto tessuto retorico della cantiga de amor. Il segreto d’amore violato e diffratto nelle enigmatiche figure femminili Joana, Sancha e Maria, il timore verso i maldicenti, l’esaltazione della follia come antidoto alla morte d’amore, il costante dialogo con la figura divina che si trasforma in un vero vituperium in occasione della morte della senhor: immagini e suggestioni che si susseguono senza soluzione di continuità, in uno dei canzonieri più ampi e variegati dell’intera tradizione peninsulare.
Simone Marcenaro è ricercatore in Filologia Romanza presso l’Università di Milano. Si occupa di lirica trobadorica galego-portoghese e occitana e di lirica duecentesca italiana, sia sul versante della poesia comico-satirica (Canti di scherno e maldicenza, Alessandria 2006), sia in relazione al rapporto tematico e formale fra le varie ‘scuole’ poetiche dell’area romanza medievale. Per questa collana ha pubblicato una monografia sull’equivocatio nella lirica galego-portoghese medievale (2010) e, assieme a Pilar Lorenzo Gradín, ha curato l’edizione critica del trobador Roi Queimado (2010).
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