Bruno Vasari “Il superstite”
ISBN | 978-88-6274-407-2 |
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Numero in collana | 12 |
Collana | I libri di "Levia Gravia" / ISSN 2611-5395 |
Curatore | Bruno Vasari |
Pagine | XIV-126 |
Anno | 2013 |
In ristampa | No |
Descrizione | Bruno Vasari “Il superstite” |
Saluto di Sergio Chiamparino • Prefazione di Roberto Placido • Introduzione di Claudio Dellavalle • La memoria che resta: M. Masoero, Introduzione • E. Guagnini, Per Bruno Vasari. Il tempo e le forme della scrittura e della memoria • A. Bravo, “Fedele alle amicizie” • V. Ujcich, La memoria di Bruno Vasari • A. Cavaglion, Bruno Vasari e il bivacco del dolore • A. Steiner, Alla ricerca del segno: una testimonianza • Tessere per una biografia: L. Marchiaro, Introduzione • B. Maida, «Ogni uomo dovrebbe scrivere la sua storia». Bruno Vasari e l’Aned • B. Mantelli, Bruno Vasari. Un maestro e un compagno di strada • B. Berruti, Bruno Vasari: un dirigente nel suo archivio • S. Inaudi, Per un profilo di Nanni Vasari • E. Pirazzoli, «Quel che dovrebbe essere detto non può essere detto». La rappresentazione della deportazione per immagini
Nel 1984 Primo Levi dedicò a Bruno Vasari – a B.V.– una poesia dal titolo Il superstite. Vasari, nato a Trieste il 9 dicembre 1911 e trasferitosi a Torino nel 1938, durante la seconda guerra mondiale era stato deportato a Mauthausen ed era «fortunatamente» sopravvissuto. L’esperienza del campo segnò indelebilmente la sua esistenza ed egli dedicò moltissimi anni ed altrettante energie perché le vicende dei deportati non scomparissero dalla memoria e dalla storia di questo Paese. Il periodo di maggior impegno in questo ambito iniziò nei primi anni ottanta, grazie alla felice collaborazione dell’Aned di Torino con il Consiglio regionale dei Piemonte e fu proprio in quel momento che Primo Levi lo consacrò alla storia come “il superstite”, quasi per antonomasia. Vasari, tuttavia, fu anche un grande intellettuale e un alto dirigente d’azienda, scrisse poesie, collezionò opere d’arte che acquistò per sé e per la Rai, conobbe e frequentò artisti e letterati. Nel corso della sua vita ha lasciato numerose testimonianze di sé, attraverso frammenti di ricordi poi tradotti in testi brevi, in prosa o in poesia, o attraverso interviste, ma non è mai riuscito a scrivere la sua autobiografia. È morto a Torino il 20 luglio 2007. Gli interventi di questo volume entrano nel merito del suo rapporto con le forme della scrittura, con la memoria e con la testimonianza e costruiscono le prime “tessere” della biografia di Bruno Vasari, personaggio poliedrico e sfaccettato, che ha attraversato con grande rigore morale e onestà intellettuale tutto il novecento.
Barbara Berruti è vicedirettore dell’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti”. Si è occupata di specifici settori di ricerca legati agli archivi della deportazione e alla rappresentazione della memoria sul territorio. Ha collaborato a lungo con Bruno Vasari e dopo la sua morte ha curato il riordino del suo imponente archivio personale.