A bulimia do Belo. Para uma cartografia literária de Itália no século XX
ISBN | 978-88-6274-842-1 |
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Numero in collana | 06 |
Collana | Biblioteca Mediterranea Studi / ISSN 2612-3029 |
Autore | Antònio Fóurnier |
Pagine | XII-440 |
Anno | 2018 |
In ristampa | No |
Descrizione | A bulimia do Belo. Para uma cartografia literária de Itália no século XX |
Il presente studio propone una mappa dell’Italia come geografia fisica, umana e mentale frequentata dalla letteratura portoghese durante il XX secolo in funzione di un quadro concettualmente più ampio e cronologicamente più vasto che è quello della persistenza della tematica italiana nell’immaginario universale, sotto forma di un insieme di sensazioni, idee e opinioni inserite nella tradizione del viaggio nel Bel paese. Prendiamo come punti di riferimento le città di Firenze, Milano, Venezia, Assisi, Roma, Napoli e Pisa per verificare come le stesse vengono configurate letterariamente da Jaime Cortesão (Itália Azul, 1922), Manuel Teixeira Gomes (Agosto Azul, 1930), Abel Salazar (Uma Primavera em Itália, 1934), Ruben A. (Páginas, 1956), Agustina Bessa-Luís (Embaixada a Calígula, 1961), David Mourão-Ferreira (Discurso Directo, 1969) e José Saramago (Manual de Pintura e Caligrafia, 1977), gli scrittori portoghesi che hanno dedicato le pagine più significative all’Italia novecentesca, frutto del loro contatto diretto con la realtà e del confronto con quella prestigiosa imagologia. Lo studio abbraccia, da un lato, le modalità cognitive inerenti alla codificazione dello sguardo d’accordo con una fenomenologia percettiva del sentimento del sé dello scrittore e, dall’altro, l’esperienza sequenziale del viaggiatore che, come ha dimostrato Eric J. Leed, è fondamentale per la lettura intelligente del paesaggio. A queste due coordinate vengono abbinati il concetto bachtiniano di cronotopo e il concetto di iconema proposto da Eugenio Turri ne Il paesaggio come teatro. Sul primo convergono l’immaginario aprioristico dell’Italia e lo schema mentale formatosi nel lasso spazio-temporale limitato del viaggio. Il secondo riguarda invece il campo dei segnali rivelatori del paesaggio, chiamati da Kevin Linch riferimenti radiali. In una parola, un sistema semiotico visivo in interazione con una coscienza colta che osserva, paragona e relativizza il paesaggio, in funzione della propria enciclopedia culturale e all’insegna di quel mistero del viaggio con la sua intimazione alla coscienza di cui ci parla Agustina Bessa-Luís.
António Fournier è ricercatore confermato di Lingue e traduzione portoghese e brasiliana presso il Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere e Culture Moderne dell’Università di Torino. È anche saggista, critico letterario, traduttore e autore del volume A noite submarina: poesia, natureza e espiritualidade em Albano Martins (Colibri, 2018). Ha curato diverse raccolte di narrativa e di poesia portoghese in Italia, tra cui Albano Martins, Scritto in rosso (2010), Al Berto, L’angelo muto (Edizioni dell’Orso, 2011), António Torrado, Cinque sensi e altri racconti (Edizioni dell’Orso, 2012), João Rui de Sousa, Respirare attraverso l’acqua (Edizioni dell’Orso, 2014) e Gastão Cruz, Musica del tempo (LietoColle, 2016). Ha organizzato e partecipato a convegni internazionali e ha pubblicato contributi in volumi collettivi e su riviste italiane e portoghesi, tra cui Rivista di Studi Portoghesi e Brasiliani, Letras Comvida e Relâmpago. Ha tradotto diverse poesie di Valerio Magrelli, Franco Fortini, Giuseppe Conte e Guido Gozzano per le riviste portoghesi Relâmpago e DiVersos. Sta traducendo i Canti orfici di Dino Campana (Assírio & Alvim, 2018). È co-direttore della rivista italo-portoghese di studi comparati Submarino, che ha dedicato i due primi numeri, rispettivamente, alla ricezione letteraria di Fernando Pessoa in Italia e a quella di Cesare Pavese in Portogallo. Sta curando il prossimo numero dedicato al poeta portoghese Herberto Helder (Scritturapura, 2018).