Terre di Baraggia
ISBN | 978-88-6274-425-6 |
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Numero in collana | 04 |
Collana | Territori. Temi per la Storia locale |
Autore | Igiea Adami |
Pagine | VIII-264 |
Anno | 2012 |
In ristampa | No |
Descrizione | Terre di Baraggia |
Introduzione • Capitolo I: 1. Un’interpretazione per i beni comuni • 2. Dalle comunità alle terre comuni o viceversa? • 3. Problemi di metodo e di fonti • Capitolo II: 1. Le riforme settecentesche in Piemonte • 2. Proprietà fondiaria nel Vercellese • 3. Incolti e baraggia • 4. Il liberismo in risaia • 5. Alcune nozioni sulla baraggia • Capitolo III: 1. Beni comunali e baraggia • 2. Comunità e baraggia • 3. Pratiche e usi della baraggia • 4. Pascoli • 5. “Il possesso di affittare” • 6. Boschi • Capitolo IV: 1. Il feudo di Villarboit e la comunità di Monformoso • 2. La creazione del feudo ad opera di Giovanni Tomaso Langosco (XVI secolo) • 3. Monsù Druent a Villarboit • 4. Le vicende legate al “luogo” di Monformoso • 5. La gestione di Tancredi Falletti di Barolo del feudo di Villarboit • Capitolo V: 1. Da beni comuni a beni del comune • 2. La liquidazione dei beni comuni e le alienazioni illegali effettuate nel Novecento • Conclusioni • Appendice I: Memorie intorno alla conservazione dei boschi scritta nell’anno 1783 dal conte Galeani Napione di Cocconato • Appendice II: Memoria del barone Vignet d’Etoles intorno i fondi detti Comuni e la conservazione dei boschi • Appendice III: Avvisi sopra la coltura e adacquamento dei prati. Vercelli, 1783 • Appendice IV: Giacomo Giovanetti, estratto da Le risaie novaresi • Bibliografia
La baraggia è un territorio poco conosciuto situato nel Piemonte nord-orientale. Il paesaggio baraggivo è caratterizzato da brughiere e da vere e proprie “savane” di graminacee spontanee, intramezzate da roveri e pochi alberi. I terreni di baraggia sono particolarmente umidi, argillosi e compatti; per questo, l’unica coltura possibile è quella del riso. A partire dal XVI secolo la risaia ha lentamente avuto il sopravvento sulla baraggia, e la storiografia, celebrando questa trasformazione, ha inconsapevolmente lasciato aperti degli interstizi, degli spazi sconosciuti e vuoti, eclissando secoli di vita agraria “di baraggia”: questo libro nasce dal desiderio di esplorare questi spazi. Ne è emerso un paesaggio caratterizzato da commistioni rare e inaudite di giurisdizioni, grandi estensioni di proprietà signorili, comunità stratificate internamente in modi straordinari, beni comuni precari e variabili, luoghi caratterizzati da una formicolio di attività: transumanze, commerci lanieri e risicoli, un mondo con un proprio ordine sommerso e poco appariscente, manifesto soltanto a chi vi apparteneva.
Igiea Adami (Torino, 1976) ha conseguito la Laura in Storia Moderna presso l’Università degli Studi di Torino e ha ottenuto il diploma presso il Master in Economia e Politica Agraria presso il Centro per la Formazione in Economia e Politica dello Sviluppo Rurale di Portici, Università di Napoli. In seguito ha approfondito la ricerca con un Dottorato in Scienze Storiche presso l’Università del Piemonte Orientale, di cui questo libro è l’approfondimento dell’elaborato finale. Si interessa di storia dei paesaggi agrari, storia dell’agricoltura e delle pratiche locali.