"Quel che pensava e diceva la gente…"
ISBN | 978-88-6274-632-8 |
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Numero in collana | 04 |
Collana | '900 - Il Novecento / ISSN 2611-5425 |
Autore | Giuseppe Pardini |
Pagine | VIII-288 |
Anno | 2015 |
In ristampa | No |
Descrizione | "Quel che pensava e diceva la gente…" |
«Un capo cannoniere, imbarcato, scrive alla moglie: “È una situazione penosissima, quella attuale, e non so cosa dire. Ormai parlare di certezza della vittoria è un controsenso, in questi momenti, ma restano ancora molte, seppure sole, speranze. E solo io so quanta, a distanza di pochi mesi, amarezza abbia in cuore nel dover ammettere ciò. Né mi sia dato del disfattista. Si può ancora obbedire in nome di una disciplina, combattere per fanatismo, per l’onore di un popolo, di una bandiera, fino alla morte anche, ma essere nello stesso tempo positivi e vedere come stanno le cose. È molto meglio così, che chi invece vuol darla a bere, ma combatte a tavolino. Certo, qualunque cosa accada tutti questi sacrifici, tutto questo sangue, peseranno sempre sull’avvenire d’Italia; il nostro popolo ha troppo sofferto tra miseria e guerra perché nel futuro non trovi finalmente pace e prosperità…”». Un esempio, tra i moltissimi, di come reagirono i combattenti della Regia Marina militare e i loro familiari, gli amici, i conoscenti, nei vari momenti della guerra, dal suo inizio, il 10 giugno 1940, alla sua conclusione, nel maggio 1945. Questo libro analizza a fondo, per la prima volta, le relazioni mensili degli Uffici di censura postale in tempo di guerra redatti dalla Marina italiana e studia gli inediti stralci e brani di lettere che tali Uffici prendevano a modello per dimostrare al governo l’andamento generale dell’opinione pubblica e dello spirito dei combattenti, in rapporto a molti argomenti sulla vita militare, civile, politica, economica e sociale. È indubbiamente, quello di far parlare i testimoni del tempo, un metodo storiografico in grado di fare luce su alcune vicende ancora oggi poco approfondite, a cominciare dall’atteggiamento dei combattenti verso la guerra, la patria, il fascismo, la nazione. «Una recluta scrive, nel maggio 1945: “Caro fratello, mi trovo ancora allo stesso posto, ancora vestito a borghese in mezzo a una caciara, che non avrei mai creduto che esistesse un casino simile in Italia…”». Eppure era appena tutto finito. O tutto stava per ricominciare…
Giuseppe Pardini, professore associato di Storia contemporanea presso i corsi di laurea in Scienze politiche dell’Università degli Studi del Molise, dove insegna anche Storia dei movimenti e dei partiti politici e Storia del giornalismo, ha recentemente pubblicato: Roberto Farinacci ovvero della rivoluzione fascista (2007); Fascisti in democrazia (2008); Nazione, ordine e altri disegni. Vicende politiche della destra italiana (2011); Gli italiani siamo noi (2013). Collabora inoltre alla rivista «Nuova storia contemporanea» ed è socio dell’Accademia Pugliese delle scienze e dell’Accademia Lucchese di scienze, lettere e arti