Il centone virgiliano cristiano «Versus ad gratiam Domini»
ISBN | 978-88-6274-294-8 |
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Numero in collana | 24 |
Collana | Culture Antiche. Studi e testi / ISSN 1824-243X |
Autore | Carmen Arcidiacono |
Pagine | 388 |
Anno | 2011 |
In ristampa | No |
Descrizione | Il centone virgiliano cristiano «Versus ad gratiam Domini» |
PRESENTAZIONE • PREMESSA • INTRODUZIONE. BREVE PROFILO DELLA POESIA CENTONARIA LATINA: Il centone: definizione e origine del nome • La tecnica compositiva e le caratteristiche del genere centonario • Le nuove prospettive di ricerca • PARTE PRIMA. IL CENTONE VIRGILIANO CRISTIANO VERSUS AD GRATIA M DOMINI: Il genere letterario della ‘bucolica cristiana’ • L’autore e la datazione dell’opera • La tradizione manoscritta, le edizioni e gli studi critici • La struttura, il contenuto e la presunta incompiutezza del centone • Il rapporto con il modello virgiliano: la poetica e le fonti • Il rapporto con il modello biblico: una nuova ‘poetica cristiana’ • Il rapporto con il Cento Probae: imitazione di ‘secondo grado’? • Un centone ‘eclettico’ • PARTE SECONDA. LA TECNICA COMPOSITIVA DEI VERSUS AD GRATIA M DOMINI: La selezione e il riuso dei materiali virgiliani • Il trattamento dei versi virgiliani contigui • Il riuso delle unità virgiliane a contenuto autonomo: la ‘tecnica dell’impronta’ • Il processo di sutura fra gli emistichi nei versi plurimembri • Il riadattamento del modello virgiliano • Le particolarità metrico‐prosodiche • PARTE TERZA. TESTO E TRADUZIONE: Premesa metodologica • Conspectus siglorum • Versus ad gratiam Domini • Versi in onore del Signore • PARTE QUARTA. COMMENTO: Premessa metodologica • Index verborum • Index metrorum • CONCLUSIONI • BIBLIOGRAFIA
Il centone virgiliano Versus ad gratiam Domini sive Tityrus, attribuito a Pomponio e databile con buona approssimazione tra la fine del IV e l’inizio del V secolo, è un carme bucolico di argomento cristiano, che in quanto tale rappresenta un unicum nel corpus dei Vergiliocentones. L’originalità del poema, cui è doveroso riconoscere un certo pregio artistico, risiede principalmente nel suo carattere ‘eclettico’, dovuto alla confluenza e all’interazione di molteplici fonti letterarie: l’opera di Virgilio, che fornisce all’imitatore la materia prima (i versi e gli emistichi; l’impianto strutturale; l’ambientazione pastorale; l’impronta didascalica e catechetica; il tono di ascendenza epica; gli orizzonti semantici); le Sacre Scritture, che orientano il processo di rilettura in chiave cristiana; il centone di Proba, che funge da intermediario fra il testo biblico e il modello virgiliano; la produzione cristiana tardo-antica, che interviene al livello puramente lessicale o investe, più di rado, la sfera concettuale. Un ulteriore elemento di novità distingue i Versus ad gratiam Domini dalla poesia religiosa coeva: oltre a configurarsi come un illustre esempio di ‘bucolica cristiana’, essi potrebbero costituire l’archetipo della cosiddetta ‘ecloga spirituale’, un genere destinato a godere di ampio successo in età carolingia, che innesta sul solco delle forme arcadiche tradizionali una forte componente di meditazione interiore. In questa prospettiva, l’opera di Pomponio segna il raggiungimento di un compromesso fra tradizione e innovazione, innescando un doppio gioco di rimandi allusivi tipico, più in generale, dei centoni cristiani: in superficie, infatti, i materiali virgiliani riaffiorano attraverso l’imitatio e l’aemulatio, rivelando l’ingente debito nei confronti dell’ipotesto; in profondità, invece, il patrimonio classico si piega ad esprimere i contenuti della nuova fede, sancendo nettamente il distacco dalla cultura pagana. Un esito quasi paradossale, spiegabile alla luce delle tante contraddizioni della tarda latinità, nella quale si inscrive la ‘leggenda cristiana’ di Virgilio.
Carmen Arcidiacono, docente di Materie letterarie, Latino e Greco nei licei classici, ha conseguito il Dottorato di Ricerca in “Filologia greca e latina” presso l’Università degli Studi di Catania” e collabora attualmente con le Cattedre di “Lingua e Letteratura latina” e di “Lingua latina” del medesimo Ateneo, svolgendo attività didattica e di ricerca. I suoi studi, di carattere linguistico-letterario, filologico ed esegetico, includono un contributo sulle citazioni omeriche nell’opera di Cicerone («Sileno» 33, 2007 [= “Studi Salanitro”], 1-42), ma si rivolgono principalmente ai Vergiliocentones, puntando a favorirne una graduale rivalutazione nel panorama culturale dell’età tardo-antica.